Pubblico di seguito la sintesi dell’incontro svolto lunedì 5 marzo. Il testo contiene alcuni link.
In apertura, qualche cenno su:
• il Presidente della Commissione europea, l'Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, il Presidente del Consiglio europeo;
• L’importanza studiare le istituzioni dell’Unione, per evitare di dire sciocchezze: la Corte europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo NON è una istituzione comunitaria; è organo giurisdizionale del Consiglio d’Europa, il quale a sua volta NON è un organo dell’Unione (diversamente dal Consiglio dell’Unione europea e dal Consiglio europeo).
In seguito, sono state esaminate alcune delle ragioni che hanno spinto i paesi fondatori della CEE (poi UE) a dar vita a un mercato comune:
• La creazione di un mercato comune rappresentava l’obiettivo principale del “Trattato che istituisce la Comunità economica europea”, firmato a Roma il 25 marzo 1957;
• In senso economico, un mercato può essere descritto come “gruppo di acquirenti e venditori in grado di commerciare fra loro” o – in modo un po’ più preciso – come un processo caratterizzato da una pluralità di scambi di beni e/o servizi all’interno di un dato territorio, nel rispetto di determinate norme giuridiche;
• Gli elementi essenziali di un mercato sono la domanda, l’offerta, i prezzi, la moneta;
• Le curve di domanda e offerta mettono in risalto la disponibilità ad acquistare e a vendere in relazione al prezzo. Al crescere del prezzo la domanda tende a diminuire e l’offerta ad aumentare; al diminuire del prezzo la domanda tende ad aumentare e l’offerta a diminuire. A livello microeconomico, possiamo immaginare che l’intersezione fra le due curve sia il punto in cui sia chi desidera acquistare sia chi desidera vendere trovano conveniente effettuare la transazione. Chi acquista è intenzionato a pagare il prezzo più basso possibile; chi offre è intenzionato a far pagare il prezzo più alto possibile;
• Il prezzo in genere ricomprende: a) i costi a carico del produttore, b) il profitto, c) un margine di extraprofitto. I costi a carico del produttore sono in parte fissi (una quota che chi produce deve sostenere comunque per potere produrre, a prescindere da quanta merce riuscirà a vendere) e in parte variabili (una quota al variare della quantità prodotta);
• La concorrenza fra produttori ha effetti positivi sulla crescita economica, sull’efficienza del sistema economico, sull’innovazione tecnologica. Essa, in particolare, favorisce la diminuzione dei prezzi. Il fatto che più produttori offrano lo stesso bene (o beni molto simili) permette al consumatore di scegliere il bene meno costoso, o più conveniente. La quota di extraprofitto del singolo produttore tende a ridursi fino ad azzerarsi grazie alla concorrenza;
• Un mercato ben funzionante NON comporta il dominio assoluto del produttore sul consumatore, né tollera che i produttori si possano accordare per spartirsi il mercato o mantenere i prezzi artificialmente alti. Con lo Sherman Antitrust Act, approvato negli Stati Uniti nel 1890, ha avuto inizio un processo di regolamentazione degli oligopoli e dei monopoli mirato a salvaguardare il buon funzionamento del mercato tuttora in corso. Leggi volte a salvaguardare la concorrenza sono in vigore in tutti i Paesi occidentali;
• I più comuni comportamenti adottati dai produttori per sottrarsi alla concorrenza o falsarne gli esiti sono: a) le intese collusive; b) la richiesta di aiuti di Stato (finanziamento pubblico); c) la creazione di barriere all'ingresso che limitino la possibilità per nuovi produttori di entrare nel mercato e competere.