venerdì 27 gennaio 2012

Secondo incontro: riassunto

Pubblico di seguito la sintesi dell’incontro svolto lunedì 23 gennaio. Il testo contiene alcuni link.


• Gli anni ’70, principalmente a causa dei due shock petroliferi (1973) e (1979) – segnano la fine del lungo periodo di crescita economica successivo al 1945 in Europa. Il ritorno dell’inflazione e la crescita della disoccupazione spingono i leader dei Paesi della CEE a concentrarsi principalmente su problemi strettamente domestici. Il processo di integrazione è nel complesso caratterizzato da una fase di stallo.

• Vengono tuttavia intrapresi due ambiziosi tentativi di coordinamento delle politiche monetarie – il Serpente monetario (1972) e il Sistema monetario europeo (1979) – volti a garantire maggiore stabilità nei tassi di cambio dopo la sospensione della convertibilità del dollaro in oro. Questi tentativi possono essere considerati gli antecedenti storici dell’Euro.

• L’ascesa di Margaret Thatcher (primo ministro britannico, 1979-1990) segna la rottura di un diffuso consenso attorno a poteri e funzionamento della Comunità europea. Fra il 1979 e il 1984 Thatcher si batterà per ridurre i contributi versati dal Regno Unito alla Comunità. La sua intransigente opposizione verso qualsiasi progetto di ulteriore integrazione politica, tuttavia, porterà la Lady di Ferro a una crescente emarginazione, che culminerà nella sua sostituzione con John Mayor.

• Negli anni ’70 si verificano i primi allargamenti: Regno Unito (dopo l’uscita di scena di De Gaulle, che vi si opponeva), Irlanda e Danimarca diventano membri della CEE nel 1973; Grecia nel 1981; Spagna e Portogallo nel 1986. L’Europa diventa più “mediterranea”, spianando la strada a politiche comuni volte a colmare il divario fra paesi maggiormente industrializzati e paesi agricoli.

Studi recenti hanno sottolineato come la prospettiva di un ingresso nella CEE abbia favorito il consolidamento della democrazia in Grecia, Spagna, Portogallo, paesi che nei primi anni ’70 erano retti da regimi autoritari;

• Dal 1979, i sostenitori dell’Europa federale riprendono la loro battaglia per rafforzare i poteri del Parlamento e diminuire il peso degli Stati. Altiero Spinelli, grazie all’omonimo Progetto, ha il merito di smuovere le acque e creare le condizioni per una revisione dei trattati.

• Sulla scena internazionale si affermano, nella prima metà degli anni Ottanta, alcune figure che avranno un ruolo determinante nel rafforzamento delle istituzioni comunitarie: Jacques Delors (presidente della Commissione europea, 1985-1995), François Mitterand (presidente francese, 1981-1995), Helmut Kohl (cancelliere tedesco, 1982-1998).

L’atto unico europeo, firmato nel 1986, introduce il voto a maggioranza qualificata in nuovi settori e rafforza i poteri del Parlamento. La sua adozione, grazie anche all’iniziativa italiana, rivela il crescente isolamento del Regno Unito, schierato su posizioni "euroscettiche".

• Il 1989, con la caduta dei regimi comunisti ad Est, ivi compresa la Repubblica Democratica Tedesca, pone sul tavolo il problema della riunificazione tedesca. Una Germania unita rappresenta una minaccia per la pace in Europa? Forti preoccupazioni a riguardo vengono espresse dalla Francia. Dopo lunghi negoziati, si arriverà ad un ‘grande scambio’: la Francia darà il proprio benestare al processo di riunificazione, mentre la Germania accetterà che si proceda verso una moneta unica.

Il Trattato di Maastricht (1992) rappresenta un fondamentale passo avanti verso l’unificazione politica dell’Europa. La cooperazione viene estesa alla politica estera e di sicurezza. Nasce l’Unione Europea. Viene istituita un’Unione monetaria, che diverrà effettiva entro la fine degli anni ’90.

• La politica estera e di sicurezza comune non ha, sino ad oggi, raggiunto gli obiettivi prefissati. L’interesse nazionale guida nella maggior parte dei casi l’azione degli Stati membri, creando fratture in seno all’Unione. Casi eclatanti sono state le Guerre di Jugoslavia e del Kosovo (1991-1995; 1996-1998) e l'intervento militare americano in Iraq (2003).

• L’Unione europea ha comunque svolto e tuttora svolge in vari scenari operazioni di peacebuilding.

• Fra il 1995 e il 2007 l’Europa si allarga ancora, passando da 12 a 27 Paesi membri. Ciò rende indispensabile una revisione dei Trattati, anche per snellire le procedure decisionali.

• Nel 2003 viene redatto un progetto di Costituzione europea, piuttosto ambizioso. Il trattato, sottoscritto dai Paesi membri, non viene però ratificato da Francia e Olanda che lo respingono tramite referendum (maggio / giugno 2005). Come nel caso della CED, l’opposizione al progetto costituzionale viene soprattutto dalle forze ‘estreme’ dello spettro politico: estrema sinistra ed estrema destra.

• Alcune delle novità previste dalla Costituzione vengono comunque introdotte dal Trattato di Lisbona, firmato nel 2007 ed entrato in vigore nel dicembre 2009.

giovedì 19 gennaio 2012

Primo incontro: riassunto

Pubblico di seguito, a beneficio di presenti e assenti, i punti essenziali, esposti in forma schematica, trattati nel primo incontro di “Pensare la Politica – Capire l’Unione europea”, svolto in data 16 gennaio. I punti menzionati saranno ripercorsi all’inizio del secondo incontro (23 gennaio). Il testo contiene alcuni link.


• Gli obiettivi del corso: il fine è comprendere storia, istituzioni, politiche dell’Unione europea. Una conoscenza di base è indispensabile per esprimere giudizi ponderati in merito alla Ue. Il corso non propone un approccio apologetico o denigratorio all’integrazione europea, mira invece a esaminarla in modo critico e consapevole. Informazioni carenti e approssimative sulla Ue sono spesso veicolate dai mass media. La materia è complessa, ma si tenterà di esporla in modo chiaro;

• Integrazione europea figlia del declino delle potenze europee. Decisivo il passaggio da un’Europa dominatrice del pianeta (fino al 1914) a un’Europa che subisce l’influenza di superpotenze non europee – Stati Uniti e Russia – e non è più in grado di garantire autonomamente la propria sicurezza militare (dal 1945 in poi);

• Caso emblematico: la Germania, che cessa di esistere come Stato unitario al termine della seconda guerra mondiale. Nascono la RFT (filo-occidentale) e la RDT (filo-orientale). La necessità, per gli Stati Uniti, di contenere l’espansione sovietica verso Ovest, anche attraverso il riarmo della RFT, favorisce il progetto di integrazione europea;

• Per i leader europei, l’integrazione ha due finalità primarie: a) assicurare la pace nel Continente; b) garantire un maggiore sviluppo economico;

• Il progetto di integrazione europea non rappresenta una ‘terza via’ fra capitalismo americano e pianificazione sovietica: è un progetto fortemente sostenuto dagli Stati Uniti durante gli anni ’50;

• Tappe fondamentali: CECA (1951); CED (1952-1954), che però fallisce; CEE (1957). La CEE diventerà UE dopo il Trattato di Maastricht (1992).

• Quasi tutti gli statisti europei del secondo dopoguerra guardano con favore a un’Europa maggiormente integrata economicamente e politicamente, ma non tutti la interpretano nello stesso modo: in Churchill e De Gaulle prevale, ad esempio, una visione intergovernativa (la Comunità come direttorio dei leader nazionali europei); in Monnet e Schuman una concezione comunitaria (la Comunità come insieme di istituzioni sovranazionali);

• Il primo grande conflitto in seno alla CEE è la c.d. crisi della sedia vuota.

• I primi passi del processo di integrazione europea sono favoriti dalla eccezionale crescita economica in Occidente fra il 1945 e il 1973. È la cosiddetta “età dell’oro”, o dei “trenta gloriosi”. Il clima di prosperità contribuisce notevolmente a rendere meno acute le tensioni e gli screzi fra Paesi europei in seno alla Comunità. Questo generale consenso andrà in frantumi nel corso degli anni ’70.

domenica 1 gennaio 2012

Giorgio Napolitano sull'integrazione europea

Segnalo alcune interessanti considerazioni su origini e sviluppi del processo di integrazione europea in una lettera aperta del Presidente Giorgio Napolitano, pubblicata sul periodico “Reset” e anticipata dal quotidiano “La Repubblica”. Segue il link (testo integrale).

http://www.repubblica.it/politica/2011/12/28/news/lettera_napolitano-27331447/